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Sacra Bibbia - LUCA - LUCA 7

LUCA 7:8-47

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8Perciocchè io sono uomo sottoposto alla podestà altrui, ed ho sotto di me de' soldati; e pure, se dico all'uno: Va', egli va; se all'altro: Vieni, egli viene; e se dico al mio servitore: Fa' questo, egli lo fa.
9E Gesù, udite queste cose, si maravigliò di lui, e rivoltosi, disse alla moltitudine che lo seguitava: Io vi dico, che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede.
10E quando coloro ch'erano stati mandati furon tornati a casa, trovarono il servitore ch'era stato infermo esser sano.
11ED avvenne nel giorno seguente, che egli andava in una città, detta Nain; e i suoi discepoli, in gran numero, e una gran moltitudine andavano con lui.
12E come egli fu presso della porta della città, ecco, si portava a seppellire un morto, figliuolo unico di sua madre, la quale ancora era vedova, e gran moltitudine della città era con lei.
13E il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei, e le disse: Non piangere.
14Ed accostatosi, toccò la bara (or i portatori si fermarono), e disse: Giovanetto, io tel dico, levati.
15E il morto si levò a sedere, e cominciò a parlare. E Gesù lo diede a sua madre.
16E spavento li occupò tutti, e glorificavano Iddio, dicendo: Un gran profeta è sorto fra noi; Iddio ha visitato il suo popolo.
17E questo ragionamento intorno a lui si sparse per tutta la Giudea, e per tutto il paese circonvicino.
18OR i discepoli di Giovanni gli rapportarono tutte queste cose.
19Ed egli, chiamati a sè due de' suoi discepoli, li mandò a Gesù, a dirgli: Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo noi un altro?
20Quegli uomini adunque, essendo venuti a Gesù, gli dissero: Giovanni Battista ci ha mandati a te, a dirti: Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo noi un altro?
21(Or in quella stessa ora egli ne guarì molti d'infermità, e di flagelli, e di spiriti maligni; ed a molti ciechi donò il vedere)
22E Gesù, rispondendo, disse loro: Andate, e rapportate a Giovanni le cose che avete vedute ed udite: che i ciechi ricoverano la vista, che gli zoppi camminano, che i lebbrosi son nettati, che i sordi odono, che i morti sono risuscitati, che l'evangelo è annunziato a' poveri.
23E beato è chi non sarà stato scandalezzato in me.
24E quando i messi di Giovanni se ne furono andati, egli prese a dire alle turbe, intorno a Giovanni: Che andaste voi a veder nel deserto? una canna dimenata dal vento?
25Ma pure che andaste voi a vedere? un uomo vestito di vestimenti morbidi? ecco, coloro che usano vestimenti magnifici, e vivono in delizie, stanno ne' palazzi dei re.
26Ma pure, che andaste voi a vedere? un profeta? certo, io vi dico, uno eziandio più che profeta.
27Egli è quello del quale è scritto: Ecco, io mando il mio messo davanti alla tua faccia, il quale preparerà il tuo cammino dinanzi a te.
28Perciocchè io vi dico che fra coloro che son nati di donna, non vi è profeta alcuno maggior di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno di Dio è maggior di lui.
29E tutto il popolo, e i pubblicani ch'erano stati battezzati del battesimo di Giovanni, udite queste cose, giustificarono Iddio.
30Ma i Farisei, e i dottori della legge, che non erano stati battezzati da lui, rigettarono a lor danno il consiglio di Dio.
31E il Signore disse: A chi dunque assomiglierò gli uomini di questa generazione? ed a chi sono essi simili?
32Son simili a' fanciulli che seggono in su la piazza, e gridano gli uni agli altri, e dicono: Noi vi abbiamo sonato, e voi non avete ballato; vi abbiamo cantate canzoni lamentevoli, e voi non avete pianto.
33Perciocchè Giovanni Battista è venuto, non mangiando pane, nè bevendo vino, e voi avete detto: Egli ha il demonio.
34Il Figliuol dell'uomo è venuto, mangiando, e bevendo, e voi dite: Ecco un uomo mangiatore, e bevitor di vino, amico di pubblicani, e di peccatori.
35Ma la Sapienza è stata giustificata da tutti i suoi figliuoli.
36OR uno de' Farisei lo pregò a mangiare in casa sua; ed egli, entrato in casa del Fariseo, si mise a tavola.
37Ed ecco, vi era in quella città una donna ch'era stata peccatrice, la quale, avendo saputo ch'egli era a tavola in casa del Fariseo, portò un alberello d'olio odorifero.
38E stando a' piedi di esso, di dietro, piangendo, prese a rigargli di lagrime i piedi, e li asciugava co' capelli del suo capo; e gli baciava i piedi, e li ungeva con l'olio.
39E il Fariseo che l'avea convitato, avendo veduto ciò, disse fra sè medesimo: Costui, se fosse profeta, conoscerebbe pur chi, e quale sia questa donna che lo tocca; perciocchè ella è una peccatrice.
40E Gesù gli fece motto, e disse: Simone, io ho qualche cosa a dirti. Ed egli disse: Maestro, di' pure.
41E Gesù gli disse: Un creditore avea due debitori; l'uno gli dovea cinquecento denari, e l'altro cinquanta.
42E non avendo essi di che pagare, egli rimise il debito ad amendue. Di' adunque, qual di loro l'amerà più?
43E Simone, rispondendo, disse: Io stimo colui a cui egli ha più rimesso. E Gesù gli disse: Tu hai dirittamente giudicato.
44E rivoltosi alla donna, disse a Simone: Vedi questa donna; io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell'acqua a' piedi; ma ella mi ha rigati di lagrime i piedi, e li ha asciugati coi capelli del suo capo.
45Tu non mi hai dato neppure un bacio; ma costei, da che è entrata, non è mai restata di baciarmi i piedi.
46Tu non mi hai unto il capo d'olio; ma ella mi ha unti i piedi d'olio odorifero.
47Per tanto, io ti dico, che i suoi peccati, che sono in gran numero, le son rimessi, perchè ella ha molto amato; ma a chi poco è rimesso poco ama.

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