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Riveduta Bibbia 1927 - Atti - Atti 27

Atti 27:18-31

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18E siccome eravamo fieramente sbattuti dalla tempesta, il giorno dopo cominciarono a far getto del carico.
19E il terzo giorno, con le loro proprie mani, buttarono in mare gli arredi della nave.
20E non apparendo né sole né stelle già da molti giorni, ed essendoci sopra non piccola tempesta, era ormai tolta ogni speranza di scampare.
21Or dopo che furono stati lungamente senza prender cibo, Paolo si levò in mezzo a loro, e disse: Uomini, bisognava darmi ascolto, non partire da Creta, e risparmiar così questo pericolo e questa perdita.
22Ora però vi esorto a star di buon cuore, perché non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi ma solo della nave.
23Poiché un angelo dell’Iddio, al quale appartengo e ch’io servo, m’è apparso questa notte,
24dicendo: Paolo, non temere; bisogna che tu comparisca dinanzi a Cesare ed ecco, Iddio ti ha donato tutti coloro che navigano teco.
25Perciò, o uomini, state di buon cuore, perché ho fede in Dio che avverrà come mi è stato detto.
26Ma dobbiamo esser gettati sopra un’isola.
27E la quattordicesima notte da che eravamo portati qua e là per l’Adriatico, verso la mezzanotte i marinari sospettavano d’esser vicini a terra;
28e calato lo scandaglio trovarono venti braccia; poi, passati un po’ più oltre e scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia.
29Temendo allora di percuotere in luoghi scogliosi, gettarono da poppa quattro àncore, aspettando ansiosamente che facesse giorno.
30Or cercando i marinari di fuggir dalla nave, e avendo calato la scialuppa in mare col pretesto di voler calare le àncore dalla prua,
31Paolo disse al centurione ed ai soldati: Se costoro non restano nella nave, voi non potete scampare.

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