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Sacra Bibbia - ROMANI - ROMANI 7

ROMANI 7:7-19

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7Che diremo adunque? che la legge sia peccato? Così non sia; anzi, io non avrei conosciuto il peccato, se non per la legge; perciocchè io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non dicesse: Non concupire.
8Ma il peccato, presa occasione per questo comandamento, ha operata in me ogni concupiscenza.
9Perciocchè, senza la legge, il peccato è morto. E tempo fu, che io, senza la legge, era vivente; ma, essendo venuto il comandamento, il peccato rivisse, ed io morii.
10Ed io trovai che il comandamento, che è a vita, esso mi tornava a morte.
11Perciocchè il peccato, presa occasione per lo comandamento, m'ingannò, e per quello mi uccise.
12Talchè, ben è la legge santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.
13Mi è dunque ciò che è buono divenuto morte? Così non sia; anzi il peccato mi è divenuto morte, acciocchè apparisse esser peccato, operandomi la morte per quello che è buono; affinchè, per lo comandamento, il peccato sia reso estremamente peccante.
14Perciocchè noi sappiamo che la legge è spirituale; ma io son carnale, vendutoad esser sottoposto al peccato.
15Poichè io non riconosco ciò che io opero; perciocchè, non ciò che io voglio quello fo, ma, ciò che io odio quello fo.
16Ora, se ciò che io non voglio, quello pur fo, io acconsento alla legge ch' ella è buona.
17Ed ora non più io opero quello, anzi l'opera il peccato che abita in me.
18Perciocchè io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poichè ben è in me il volere, ma di compiere il bene, io non ne trovo il modo.
19Perciocchè, il bene che io voglio, io nol fo; ma il male che io non voglio, quello fo.

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