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Riveduta Bibbia 1927 - Proverbi

Proverbi 23

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1Quando ti siedi a mensa con un principe, rifletti bene a chi ti sta dinanzi;
2e mettiti un coltello alla gola, se tu sei ingordo.
3Non bramare i suoi bocconi delicati; sono un cibo ingannatore.
4Non t’affannare per diventar ricco, smetti dall’applicarvi la tua intelligenza.
5Vuoi tu fissar lo sguardo su ciò che scompare? Giacché la ricchezza si fa dell’ali, come l’aquila che vola verso il cielo.
6Non mangiare il pane di chi ha l’occhio maligno e non bramare i suoi cibi delicati;
7poiché, nell’intimo suo, egli è calcolatore: “Mangia e bevi!” ti dirà; ma il cuor suo non è con te.
8Vomiterai il boccone che avrai mangiato, e avrai perduto le tue belle parole.
9Non rivolger la parola allo stolto, perché sprezzerà il senno de’ tuoi discorsi.
10Non spostare il termine antico, e non entrare nei campi degli orfani;
11ché il Vindice loro è potente; egli difenderà la causa loro contro di te.
12Applica il tuo cuore all’istruzione, e gli orecchi alle parole della scienza.
13Non risparmiare la correzione al fanciullo; se lo batti con la verga, non ne morrà;
14lo batterai con la verga, ma libererai l’anima sua dal soggiorno de’ morti.
15Figliuol mio, se il tuo cuore e savio, anche il mio cuore si rallegrerà;
16le viscere mie esulteranno quando le tue labbra diranno cose rette.
17Il tuo cuore non porti invidia ai peccatori, ma perseveri sempre nel timor dell’Eterno;
18poiché c’è un avvenire, e la tua speranza non sarà frustrata.

19Ascolta, figliuol mio, sii savio, e dirigi il cuore per la diritta via.
20Non esser di quelli che son bevitori di vino, che son ghiotti mangiatori di carne;
21ché il beone ed il ghiotto impoveriranno e i dormiglioni n’andran vestiti di cenci.
22Da’ retta a tuo padre che t’ha generato, e non disprezzar tua madre quando sarà vecchia.
23Acquista verità e non la vendere, acquista sapienza, istruzione e intelligenza.
24Il padre del giusto esulta grandemente; chi ha generato un savio, ne avrà gioia.
25Possan tuo padre e tua madre rallegrarsi, e possa gioire colei che t’ha partorito!
26Figliuol mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie;
27perché la meretrice è una fossa profonda, e la straniera, un pozzo stretto.
28Anch’essa sta in agguato come un ladro, e accresce fra gli uomini il numero de’ traditori.
29Per chi sono gli “ahi”? per chi gli “ahimè”? per chi le liti? per chi i lamenti? per chi le ferite senza ragione? per chi gli occhi rossi?
30Per chi s’indugia a lungo presso il vino, per quei che vanno a gustare il vin drogato.
31Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel calice e va giù così facilmente!
32Alla fine, esso morde come un serpente e punge come un basilisco.
33I tuoi occhi vedranno cose strane, il tuo cuore farà dei discorsi pazzi.
34Sarai come chi giace in mezzo al mare, come chi giace in cima a un albero di nave.
35Dirai: “M’hanno picchiato… e non m’han fatto male; m’hanno percosso… e non me ne sono accorto; quando mi sveglierò?… tornerò a cercarne ancora!”